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Psicoterapia di gruppo: in cosa consiste?

 

La psicoterapia di gruppo, lungi dall’essere un intervento terapeutico di serie B (esclusivamente destinato a coloro che hanno un budget limitato), è, in realtà, un percorso in grado di sommare ai benefici dell’approccio individuale quelli che derivano dal confronto e dalla condivisione con gli altri membri del gruppo. Questa tipologia di percorso, infatti, caratterizzata da un elevato livello di dinamicità, consente al paziente di sviluppare relazioni e legami identificativi, in grado di supportarlo nel proprio viaggio di guarigione. Il gruppo, pertanto, si pone come terzo elemento tra il paziente e lo specialista ed è in grado di favorire l’acquisizione dei cosiddetti pattern relazionali. Se sei alla ricerca di un valido psicoterapeuta a Milano, ti consigliamo di contattare il dottor Giacomo Santini, che sarà bel lieto di offrirti immediatamente una consulenza online.   

Psicoterapia di gruppo: qualche cenno storico

Il primo professionista che ricorse al gruppo per fini terapeutici fu Joseph Pratt, medico internista statunitense che lavorava  presso il Massachusetts General Hospital di Boston. Egli, infatti, nel 1905, adottò questa pratica per offrire aiuto ai pazienti tubercolotici.  All’indomani della seconda guerra mondiale poi, la medesima metodologia fu utilizzata per dare supporto ai soldati traumatizzati dagli eventi bellici; essa si rivelò a tal punto soddisfacente che, da quel momento in poi, divenne una prassi terapeutica molto apprezzata e diffusa.

Principali caratteristiche della psicoterapia di gruppo

La psicoterapia di gruppo, che supera il rapporto duale tra analista e paziente, si basa su un approccio sostanzialmente verbale e trae la sua forza dal fatto che, all’interno di ciascun gruppo umano, si sviluppano delle energie davvero sorprendenti.

Le regole di una seduta di psicoterapia di gruppo

Una seduta di psicoterapia di gruppo prevede che siano rispettate alcune regole: in primo luogo è fatto obbligo ai pazienti che vi partecipano di non rivelare all’esterno quanto è stato detto nella sessione terapeutica; in secondo luogo è importante che i partecipanti riconoscano nell’analista una guida a cui fare costantemente riferimento; infine è assolutamente necessario che i membri del gruppo non si lascino andare a comportamenti aggressivi (la psicoterapia di gruppo, infatti non va confusa con il gruppo d’aiuto autogestito).

Ma quali sono i vantaggi dell’approccio terapeutico gruppale rispetto a quello duale? Sicuramente il primo, a differenza del rapporto esclusivo che si instaura tra psicoterapeuta e paziente, consente di stimolare l’interazione e l’influenzamento reciproco, di consolidare il sentimento di appartenenza, di favorire il superamento del senso di alienazione e di isolamento.

Naturalmente spetterà allo psicoterapeuta decidere a quali pazienti si addice la terapia di gruppo e a quali, invece, è più indicata quella individuale.

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